Ho attraversato i mari della politica e ne ho percorso i labirinti, con molte fatiche e qualche modesto risultato, e ho sempre accettato la regola del confronto con chi la pensa diversamente, anche quando i toni si facevano aspri e, talvolta, violenti. Il parere diverso fa parte della dialettica della democrazia. La cosa che, però, mi infastidisce, è la superficialità delle analisi che sempre comporta pericolose faziosità.
Sono rimasto, perciò, sorpreso nel constatare con quale astio Salvatore Curreri, professore associato presso l’università Kore di Enna, si sia scagliato contro la recente formazione della componente Popolo Protagonista-Alternativa Popolare nel gruppo misto alla Camera. Avrei capito una strumentalizzazione politica, in un Paese dove denigrare l’avversario pare rimanere, anche dopo il Covid-19, lo sport preferito. Faccio invece molta fatica, pur dopo aver riletto più volte lo scritto pubblicato sabato 6 giugno sul Riformista, ad accettare che si metta in campo la propria competenza giuridica per motivare un attacco evidentemente di altro tipo.
Nel suo articolo, il professore fa una premessa politica sullo smottamento del Movimento 5 Stelle – e ci sta – e una di tipo giuridico, nella quale riconosce la libertà di mandato del parlamentare – e ci mancherebbe! Afferma anche che, secondo i regolamenti della Camera, una componente nel gruppo misto può essere costituita se almeno tre deputati rappresentano una forza presentatasi alle ultime elezioni politiche: si badi bene, non necessariamente quella nella quale sono stati eletti, altrimenti salterebbe la premessa sulla libertà del parlamentare. Poi, però, prosegue domandandosi scandalizzato come sia possibile che parlamentari eletti nel M5s possano costituire una componente politica che porta la denominazione di un altro partito. Non sono un giurista, sono un ingegnere, ma ribadisco: proprio perché la Costituzione non impone il vincolo di mandato. A meno che il professore non voglia ridiscutere questo principio. Dunque, è perfettamente legittimo che un parlamentare si possa riconoscere in un altro schieramento politico e rappresentarlo.
Ma se fosse tutto qui, forse non avrei chiesto ospitalità su queste colonne. Il problema viene subito dopo. Il prof. Curreri mette Alternativa Popolare sullo stesso piano di 10 Volte Meglio, dicendo che entrambe non hanno ottenuto eletti. Non oso pensare che il professore abbia voluto mettere a rischio la propria credibilità su una affermazione simile senza verificarla. Devo quindi credere che qualcuno gli abbia dato una informazione quanto meno inesatta. Alternativa Popolare si è presentata alle elezioni del 2018, congiuntamente con altre formazioni, ed ha avuto due eletti che, fino allo scorso autunno l’hanno rappresentata in una delle componenti del gruppo misto, senza che questo scandalizzasse alcuno. I due amici hanno, successivamente e con piena legittimità, deciso di seguire altri percorsi politici ed hanno chiuso quella componente. Ma Alternativa Popolare continua ad avere tutti i requisiti previsti dal regolamento della Camera e, come ha dovuto accettare la libera scelta dei suoi precedenti rappresentanti di abbandonarla, ha la piena facoltà di accogliere nuovi parlamentari che, per altrettanto libera scelta, si riconoscano nei suoi valori. Per la cronaca (ma forse il professore ignora anche questo), nel frattempo, Alternativa Popolare si era anche presentata alle elezioni Europee del 2019, prendendo voti, pochi ma veri. E il presentarsi alle elezioni, anche in un solo collegio (Ap era presente in tutti e 5) costituisce, per le normative nazionali, elemento sufficiente per godere dei benefici di legge riservati ai partiti.
Allora forse il prof. Curreri potrebbe meglio dedicare le proprie attenzioni ad un altro fenomeno: come mai deputati eletti con una forza politica possono formare gruppi e godere di tutti i benefici finanziari riservati ai partiti, pur non essendosi mai misurati in una elezione? Solo perché, come nel caso di Italia viva, sono in tanti e vengono sondati al 3%? Non a caso il saggio Renzi dice che aspetta con ansia il momento delle elezioni regionali per misurarsi veramente con gli elettori: infatti, in nessuna legge della Repubblica Italiana è prevista la possibilità di utilizzare i sondaggi al posto dei voti. Peraltro nessuno, men che meno il sottoscritto, si è scandalizzato delle scelte di Italia viva, ma neanche di quelle di Cambiamo o degli altri numerosi schieramenti che a una elezione non si sono mai presentati. Non si tratta quindi, di stratagemmi, ma di regole consolidate da anni di pratica parlamentare e penso che, almeno nel caso di Alternativa Popolare, il prof. Curreri possa sentirsi #sereno.
A proposito di veri stratagemmi, suggerisco piuttosto al professore stesso di domandarsi come mai al Senato Italia viva abbia costituito il gruppo con il Psi e Forza Italia abbia inserito nella denominazione anche l’Udc. Detto tutto questo, qualche sospetto di un pronunciamento “su commissione” non può non venire spontaneo. Quanto ai contributi e alle presunte prebende, sarei lieto di poter raccontare al professore la mia esperienza di quattro anni come tesoriere di Ncd/Ap e, ora, quella di presidente di Ap. Far politica oggi in un partito è puro volontariato, caro professore. I tre giovani deputati che rappresentano, a pieno titolo, Ap nel gruppo misto, Gianluca Rospi, Antonio Zennaro e Michele Nitti, sono persone di grande qualità umana e professionale, con i quali ci siamo subito trovati in piena sintonia sui valori del popolarismo europeo (Ap aderisce al Ppe, che mi ha recentemente onorato di una intervista nella mia qualità di Presidente), proprio alla luce della loro radice cattolica, liberale e riformista.
Intendono dar vita a un progetto nuovo, e Alternativa Popolare, con i propri aderenti ancora attivi sul territorio, è ben lieta di contribuire al loro progetto. Tutto il resto è speculazione, legata alla volontà di gettare cattiva luce sul M5s o, forse, di cercare di impedire a giovani che hanno voglia di impegnarsi seriamente per il loro Paese, di proseguire nel cammino intrapreso. Mi si permetta un’ultima parola su Angelino Alfano, il cui nome viene menzionato con grande evidenza nel titolo dell’articolo, senza che il prof. Curreri lo abbia neppure menzionato. Unicamente per dire che tutte le vicende che riguardano Alternativa Popolare lo vedono completamente estraneo ormai da due anni, a seguito della sua scelta di abbandonare la politica, decisione assunta con dignità e coerenza in tempi non sospetti.