Categoria: Proposte di legge

matera rigenerazione urbana

Le mie proposte sulla rigenerazione urbana

Uno sguardo alla rigenerazione urbana

matera rigenerazione urbana

Ho presentato due anni fa un disegno di legge sulla rigenerazione urbana sostenibile, proprio perché in Italia manca una proposta nazionale che affronta questo tema. La materia della rigenerazione è a metà competenza tra Stato e Regioni e non esiste una legge quadro dettagliata che indica delle linee guida a livello territoriale o dà indicazioni alle regioni su come indirizzare, elaborare e gestire i piani di rigenerazione urbana. Oggi che abbiamo le risorse del Pnrr e che buona parte di esse sono indirizzate al miglioramento della qualità della vita delle comunità locali, il mio auspicio è quello che si possa mandare avanti questa legge perché la rigenerazione urbana può far ripartire l’economia. L’economia italiana, ma anche europea, può ripartire se si dà impulso al settore edile delle costruzioni, che movimenta anche una lunga filiera produttiva. Se guardiamo alla nostra storia e alle nostre tradizioni, notiamo che eravamo una civiltà che stava attenta all’ambiente, al riciclo e riuso. Ad esempio io sono nato nella città di Matera, la quale è diventata patrimonio dell’umanità grazie ai sassi, un esempio unico di architetture sostenibili, che negli anni 50 erano state addirittura indicate una vergogna nazionale, ma che, col passare degli anni, ci siamo resi conto, che quelle stesse architetture all’interno, avevano soluzioni tecniche innovative, come l’uso dei materiali del luogo o l’utilizzo di innovativi metodi per recuperare le acque piovane e come riutilizzarle. Inoltre le stesse costruzioni si affacciano su luoghi comuni perchè per i nostri nonni era importante la socializzazione e lo scambio delle idee all’interno di una comunità. Col passare degli anni questi usi e valori sono stati un po’ persi, ma forse adesso è arrivato il momento di tornare a riprenderli e progettare le nostre città in maniera sostenibile. Per farlo bisogna guardare anche al passato, alle nostre tradizioni e anche agli errori fatti, sono cosi si potrà fare una buona legge che guarda al futuro. Ad esempio: per tanto tempo si è parlato di bonus ristrutturazioni? ma solo quando si è passati a parlare di Superbonus si è arrivati a pensare ad impianti centralizzati. Bastava guardare agli edifici degli anni 60/70 per notare che lo avevano già, perché la politica e i professionisti dell’epoca avevano capito che erano più sostenibili rispetto ai singoli impianti di ogni appartamento. Il ruolo della politica, come stiamo vedendo adesso, è anche incentivare i cittadini a ritornare a pensare gli edifici come li pensano i costruttori degli anni 50/60 che avevano inventato gli impianti centralizzati all’interno degli edifici, naturalmente guardando alle tecnologie più efficienti del presente. Questi due esempi sono molto interessanti perché spesso si parla di rigenerazione urbana come qualcosa di nuovo, anche se in realtà fa parte della storia dell’uomo.

 

Spero venga calendarizzata quanto prima una proposta di legge di Rigenerazione Urbana al fine di elaborare una legge quadro nazionale per dare alle Regioni, indirizzi e tempi certi entro cui legiferare e fare piani sulla rigenerazione urbana. La cosa importante da cui non possiamo prescindere è che, rigenerazione urbana non significa finanziamenti a fondo perduto; questo perché una buona rigenerazione urbana si fa soltanto con una partnership pubblico/privato. Se non c’è il privato, che interviene e investe, difficilmente si riesce a fare una buona rigenerazione urbana, questo è anche uno dei principi inseriti nella mia proposta di legge alla Camera. Un’altra innovazione importante che dobbiamo superare come politica, questo più in riferimento agli amministratori locali e i sindaci, è il vincolo delle destinazioni urbanistiche: con il passare degli anni e il cambio di usi e abitudini delle persone, occorre riprogrammare anche le destinazioni urbanistiche degli immobili; questa non può e non deve essere un vincolo rigido come in passato. Basta guardare all’interno delle nostre città e vedremo ci sono zone con edifici fatiscenti e spesso abbandonati, questo perché in passato erano aree con destinazione d’uso artigianale o industriale. Parliamo, spesso, di aree vaste che non posso essere riqualificate a causa del vincolo di destinazione d’uso. Per questo nella proposta di legge è stata inserita, in alcune circostanze, anche una deroga alla destinazione d’uso degli immobili. Ciò può essere inteso, per esempio, per le tante caserme, o aree industriali e artigianali, presenti nelle nostre città, che possono essere spostate in altre aree e le stesse riqualificate e rimesse al servizio dei cittadini. Questo non significa fare speculazione edilizia, ma di riprogettare uno spazio urbano dove possono coesistere sia edifici residenziale che servizi e perché no anche aree artigianali e commerciali. Senza la partnership pubblico/privato, la deroga della destinazione d’uso di alcuni spazi e alcune primalità, difficilmente possiamo immaginare rigenerazioni urbane sostenibili e a servizio della comunità.


In Italia, poi, abbiamo tanti piccoli borghi, dove il progetto di nuove infrastrutture sono viste come delle problematiche e non come opportunità. Occorre ripensare e riprogettare le comunità urbane in modo intelligente e soprattutto con i cittadini che le vivono. Penso, ad esempio, a molti borghi della Basilicata che grazie al turismo sono tornati a vivere, così come i borghi della Puglia, o del centro Italia. La vocazione di certe città è cambiata, alcune che prima erano principalmente contadine ora sono prettamente turistiche: è un esempio di come gli stessi cittadini hanno ritrasformato i borghi dall’agricoltura al servizio del turismo. A volte però si tratta di un turismo di massa che va reso, a mio avviso, di qualità. Per esempio questo può avvenire portando manifestazioni artistiche e culturali, come è stato fatto in Basilicata, in particolare a Stigliano nel corso dello scorso anno, che ha ospitato il Festival Internazionale di Arte Pubblica, creando un flusso turistico, che ha permesso a queste persone di poter anche osservare la bellezza dei borghi delle colline materane oltre che gustare prodotti tipici locali. In ultimo occorre risolvere, e questo oggi è più facile con il PNRR, il problema della connettività, materiale e immateriale, di tutti i cittadini italiani, per far in modo che tutti i cittadini italiani siano collegati con le realtà metropolitane in maniera facile, sicura e veloce; tutto questo si può fare solo strutturando il territorio italiano con infrastrutture innovative come ferrovie, strade e fibra ottica.